Togliamo la mascherina al green-pass… e vediamo cosa si nasconde dietro
07 settembre 2021
Inizia il nuovo anno scolastico, questa volta sotto l’insegna del green-pass; questa misura del governo che per quanto riguarda la scuola assume aspetti particolarmente illogici e sembra manifestare una sorta di punitiva volontà di rivalsa nei confronti di una categoria che si è vaccinata oltre il 90%.
Sosteniamo che il green-pass svolge un’opera di distrattore, che fa seguito alla campagna propagandistica sulla scuola estiva, e gioca un ruolo chiave nel nascondere i reali problemi che, anche nella nostra regione, funestano questo inizio di anno scolastico a causa di ciò che la politica non ha voluto fare.
Gli organici non sono stati adeguati alle necessità: ci troviamo con un numero di classi complessivo addirittura diminuito rispetto allo scorso anno con un conseguente aumento del numero di studenti per classe (alla faccia dell’abolizione delle classi pollaio). Le risorse previste per il cosiddetto organico covid sono notevolmente ridotte e limitate a contratti che scadranno il 31 dicembre 2021 rendendo di fatto impossibile quello sdoppiamento delle classi che lo scorso anno aveva consentito di rispettare le norme sul distanziamento, almeno in alcune situazioni. Tutte quelle classi sono state tagliate in organico di diritto e non è stato possibile ripristinarle in organico di fatto né sarà possibile farlo con l’arrivo dell’organico covid. Tutto ciò è possibile anche grazie alla scomparsa dei vincoli di distanziamento, derubricati a mera raccomandazione, per risparmiare sugli spazi e sugli organici.
Il ministro Bianchi millanta un impegno straordinario a favore delle singole scuole con emergenza classi pollaio, ma ciò si tradurrà, nella migliore delle ipotesi, in qualche risorsa aggiuntiva assegnata a giochi fatti, con la formazione delle classi già ultimata; si tratterà di risorse finalizzate ad estemporanei e limitati interventi-cerotto per mitigare lo scempio che continua a protrarsi anche dopo due anni di scuola a distanza.
Ma per il ministro Bianchi e per l’intero governo, bisogna ricordarlo, 27 alunni per classe vanno comunque bene, rappresentano la norma e non pongono nessun problema educativo, vengono infatti definite classi pollaio solo quelle con 30 e passa studenti! Nessuna forza politica di governo infatti ha pensato che sarebbe stato il momento buono per prendere di petto il problema, facendosi promotrice di un intervento legislativo che ridefinisse i parametri sul numero massimo di studenti per classe e ponesse fine allo scempio della Legge Gelmini-Tremonti del 2008 che ne ha imposto l’innalzamento!
A ciò si aggiunge la gravissima e disarmante situazione dei corsi serali. L’impossibilità di assicurare l’inizio regolare delle lezioni a tutti gli studenti iscritti ai corsi serali per carenze di organico rappresenta uno schiaffo alla scuola intera e alla sua funzione sociale, tanto più nel periodo che attraversiamo: un livello di inettitudine politica e amministrativa che rasenta l’impensabile. Quasi ci vergogniamo a dover chiedere oggi un intervento immediato straordinario sugli organici dei serali (e non certo utilizzando l’organico covid al 31 dicembre!) per garantire il mero diritto ad andare a scuola alle e agli studenti adulti regolarmente iscritti.
Sul fronte precariato come previsto le assunzioni hanno rappresentato una goccia nel mare: si prevedono ancora oltre 150.000 posti assegnati a supplenza annuale lasciando sostanzialmente inalterato il problema del precariato.
Le richieste di Tempo Pieno delle scuole e delle famiglie continuano a rimanere in gran parte disattese e rifiutate. Inoltre nella scuola primaria assistiamo all’endemica difficoltà nel reperire supplenti. Com’è possibile che la facoltà di Scienze della Formazione Primaria sia a numero chiuso, quando il numero di insegnanti è così scarso?
Intanto si assiste all’ennesima farsa generata dal nuovo “algoritmo” che ha già presentato problemi ed è stato “riavviato” nel corso delle assegnazioni delle supplenze, generando, come prevedibile, disguidi e disparità che daranno luogo a ricorsi e revisioni delle nomine con gravi danni per tutti, a partire dagli studenti.
Infine rimane critico il nodo degli spazi: non solo si è derogato alle norme sul distanziamento che imponeva il reperimento di spazi aggiuntivi, ma diverse scuole superiori non sono in grado neppure di far fronte all’aumento di iscrizioni e stanno programmando il ricorso straordinario alla DAD, cosa che peraltro non è assolutamente né prevista nè permessa dalle attuali normative e circolari. Come avevamo denunciato già lo scorso anno lo sdoganamento della DAD avrebbe comportato il rischio concretissimo di incorporarla come elemento strutturale del funzionamento delle scuole e quindi come via di fuga per far fronte a situazioni, come l’attuale mancanza di aule, che nulla hanno a che fare con l’emergenza.
Come Cobas, insieme a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della scuola pubblica, rifiutiamo di farci schiacciare su una discussione che cerca di spostare l’attenzione sulla esigua minoranza che non ha ancora ricevuto il vaccino per creare un nuovo capro espiatorio (che non sarà certo l’ultimo) su cui scaricare le responsabilità dei problemi che si verificano e si verificheranno nel corso dell’anno scolastico e in definitiva le inefficienze di chi governa.
Siamo assolutamente distanti da qualsiasi posizione no-vax; non è in discussione l’importanza del vaccino nella lotta alla pandemia, ma piuttosto l’uso politico dell’emergenza per finalità diverse e per certi versi addirittura in contrasto con le misure di tutela della sicurezza nelle scuole, nelle quali il distanziamento è stato derubricato a semplice raccomandazione e continua a non essere adottata alcuna misura di tracciamento come se il virus fosse magicamente scomparso con il controllo del green-pass di una parte peraltro minoritaria di chi frequenta quotidianamente le scuole.
Per questi motivi aderiamo e sosteniamo la mobilitazione lanciata da PaS per il 20 settembre (primo giorno di scuola in Puglia e Campania, due delle regioni dove la scuola ė stata più martoriata) e, come passo di avvicinamento, lanciamo un presidio il giorno 13 (primo giorno di scuola nella nostra regione) alle ore 15 sotto l’ufficio scolastico in via de’ Castagnoli 1 per sostenere con forza le misure di cui ha bisogno il rilancio della scuola pubblica:
- la riduzione del numero di alunni per classe
- l’assunzione dei precari e delle precarie per coprire le carenze di organico
- l’assegnazione degli organici per il funzionamento regolare delle scuole serali
- l’accoglimento delle richieste di ampliamento del tempo pieno
- il reperimento di spazi adeguati
- il rifiuto totale e assoluto della DAD
- il rifiuto del green-pass
- l’istituzione di presidi sanitari nelle scuole, che svolgano anche funzione di tracciamento e monitoraggio
- la predisposizione, nell’ambito di questa opera di tracciamento, di tamponi rapidi gratuiti per tutta popolazione scolastica
Lunedì 13 Settembre ore 15
presidio sotto l’Ufficio scolastico regionale,
in via de’ Castagnoli 1
COBAS SCUOLA BOLOGNA
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