Addestrati come e a che cosa? Ne parliamo con Rete Bessa

Addestrati come e a che cosa? Ne parliamo con Rete Bessa

Riportiamo dall’evento degli organizzatori

Com’è che la scuola è diventata un coacervo burocratico di “rendicontazioni”, “evidenze”, “certificazioni”, “progetti”, una palude di scartoffie per i lavoratori e una macchina ansiogena di misurazione continua delle competenze per gli studenti? Ad anni dall’ingresso della valutazione standardizzata dell’istituto INVALSI, con l’ulteriore innovazione della valutazione per competenze, quali sono gli effetti di questi cambiamenti?
E ancora, perché il mantra dei politici continua da anni ad affermare la necessità di legare il mondo della formazione a quello del lavoro, utilizzando questi dispositivi?Il rapporto tra scuola e mondo del lavoro è da sempre un tema interessante per chi si occupa di educazione. Nel corso della storia ha determinato trasformazioni che hanno plasmato i linguaggi, le funzioni, le forme della legittimazione ideologica della scuola, ne hanno cambiato il volto e il ruolo sociale.
Da ormai circa un trentennio si assiste ad una forte trasformazione in senso neoliberale della scuola: ciò che conta, nel discorso egemone, è che essa formi forza-lavoro efficiente, performativa, spendibile per la crescita economica nel contesto di un’economia capitalistica cognitiva e ad altissima concorrenza. Non si tratta di un discorso politicamente neutro: molte delle parole d’ordine che utilizziamo correntemente a scuola, in ambito didattico-pedagogico, sono scritte nero su bianco su diversi documenti delle associazioni degli industriali e poi mediate politicamente dalla “strategia di Lisbona” dell’Unione Europea e quindi dalle norme che regolamentano la scuola.Il risultato è non solo quel gergo aziendalistico e oggettivante di cui sopra, ma anche un’istituzione scolastica che ha assunto le forme di un’idra a più teste.
L’antica funzione (nazionalistica) di “formazione dei cittadini della repubblica” convive – spesso in maniera contraddittoria – con confuse forme di didattica “innovativa”, che nascondono obiettivi di addestramento al lavoro dietro a un vocabolario pedagogico infarcito di lessico democratico.

Di come si è arrivati fino a qui ne parliamo con

Silvia Di Fresco e Matteo Vescovi (autori dell’articolo “L’arrestabile ascesa della scuola delle competenze”, da cui partono diverse nostre riflessioni. Qui il link: https://www.ospiteingrato.unisi.it/larrestabile-ascesa…/ )
Luca Castrignanò (Cobas Scuola)

Rif. sito Rete Bessa

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