Il nostro punto di vista sulle nomine da GPS

Il nostro punto di vista sulle nomine da GPS

La diffusione del precariato a scuola ha raggiunto anche quest’anno livelli insostenibili, 217.693 supplenze secondo i dati forniti dallo stesso MIM, alla data del 5 novembre 2022. Stiamo parlando di alcune centinaia di migliaia di persone che svolgono il loro lavoro in condizioni non stabili e con contratti con meno diritti rispetto a colleghɜ di ruolo  (si pensi ai permessi non retribuiti per i concorsi e alle assenze in caso di malattia).

Accanto a questi problemi estenuanti, la recente informatizzazione delle assegnazioni delle supplenze dalle graduatorie provinciali (GPS) ha ulteriormente leso i diritti di precarɜ, creando un meccanismo punitivo per le scelte personali e aumentando la burocrazia in pieno agosto quando tutti gli uffici scolastici e le segreterie sono chiuse.

Le convocazioni informatizzate da GPS, semplicemente, non hanno funzionato.

Anziché semplificare la procedura l’informatizzazione ha prodotto nomine:

INGIUSTE: perché non si è potuto scegliere, il giorno delle nomine, in base alla migliore possibilità disponibile, ma si è trovata costretta a delegare la scelta al sistema informatizzato; questo ha prodotto lungaggini e “salti” di convocazione (per fare un esempio, nella classe A027 di Bologna, a fronte di sole 45 supplenze disponibili – spezzoni compresi – si è arrivati fino alla posizione 226 di seconda fascia). Il meccanismo delle rinunce  finisce paradossalmente per favorire le persone più in basso nelle GPS, mentre un meccanismo giusto dovrebbe mettere ogni persona nelle condizioni di ottenere il miglior contratto di lavoro possibile in base alla propria posizione.

INEFFICIENTI: malgrado la procedura informatizzata le nomine da GPS sono andate avanti fino a fine dicembre (arrivando alla 31^ convocazione nella provincia di Bologna) provando la palese inefficacia di questo meccanismo ogni volta che si sono verificate rinunce o nuove disponibilità;

RIGIDE: la scelta delle scuole a metà agosto è completamente al buio: ognuno è costretto a scegliere tutte le scuole possibili per evitare di essere “scavalcato” durante la procedura informatica. Risulta impossibile “dialogare” con il sistema per riuscire a venire incontro alle esigenze di lavoratrici e lavoratori, riducendo di fatto i diritti di chi ha già un contratto precario. Eclatante il caso del diritto al completamento, negato anche a coloro che lo avevano esplicitamente richiesto.

OPACHE: la procedura informatica si basa su un algoritmo il cui codice non è trasparente.  E’ grave che una procedura così importante per chi lavora e per chi studia, come la nomina delle e dei docenti della scuola pubblica, non possa essere condivisa pubblicamente. 

→NON SEMPRE CORRETTE: i punteggi delle GPS, espressi da una valutazione automatica della piattaforma, sono risultati essere ancora una volta pieni di errori e manca una fase dedicata alle correzioni (prevista, in passato, dalla norma: sia per le graduatorie ad esaurimento, sia per quelle di Istituto).​​​​​​​ È stato, ancora una volta, il caos. Migliaia di segnalazioni agli uffici scolastici, telefoni e caselle di posta intasate, qualche correzione apportata in autotutela dagli Uffici Scolastici Provinciali​​​​​​​, ma ciò che non si è potuto sistemare è rimasto nelle GPS ed è andato ad incidere nelle assegnazioni degli incarichi. La digitalizzazione ha aumentato gli errori e, parallelamente, le barriere nella possibilità di intervenire per correggerli. Perché questo controllo non avviene in maniera tempestiva? Non è possibile affidarlo alle segreterie con i tagli che hanno subito.​​​​​​​

Conclusione: l’assegnazione informatizzata delle supplenze è malata e non può essere sanata. Riteniamo che il sistema vada assolutamente cambiato. Subito.

L’uso dell’algoritmo ha prodotto situazioni ingiuste di cui denunciamo le contraddizioni  Ci preme, ad esempio, sottolineare che l’apice di questo meccanismo contraddittorio si trova nell’assegnazione degli spezzoni: per assecondare la procedura informatizzata è stata creata una normativa ad hoc che giustifica l’algoritmo usato, nonostante una palese violazione del sacrosanto diritto al completamento immediato dell’aspirante docente.

La procedura informatizzata per l’assegnazione delle supplenze ha, sostanzialmente, reso obbligatorio un meccanismo di delega digitale a distanza per ogni aspirante docente. Riteniamo questo inaccettabile: non vogliamo essere obbligatɜ a delegare, vogliamo ricevere delle proposte di lavoro, valutare, decidere e rispondere.

Per tutti questi motivi, CHIEDIAMO 3 SEMPLICI COSE:

  1. CONVOCAZIONI E ASSEGNAZIONI DELLE NOMINE IN PRESENZA: una procedura a scaglioni, in presenza anziché online, permette di ridurre il problema delle rinunce e fa ottenere a ogni persona il miglior contratto di lavoro possibile, senza ledere i diritti già fragili del personale precario. Resterebbe comunque la possibilità facoltativa della delega (che potrebbe anche essere digitale) per chi si trova distante o temporaneamente impossibilitatɜ a partecipare, com’è sempre stato. Infine, in tale modo sarebbe finalmente possibile ripristinare la possibilità di combinare gli spezzoni immediatamente.
  2. IL RIPRISTINO DELLE GRADUATORIE PROVVISORIE come efficace mezzo di contrasto alla massiccia presenza di errori al momento della pubblicazione delle graduatorie definitive e, in modo più preoccupante, al momento delle nomine. Il fatto che sia diventata un’autocertificazione aumenta la possibilità di errore scaricandone interamente su docenti la responsibilità.
  3. AUMENTARE L’ORGANICO DEL PERSONALE AMMINISTRATIVO: implementare gli organici è assolutamente necessario perché il lavoro non può ricadere su di noi docenti precarɜ. Deve essere un compito dell’ufficio scolastico controllare se una persona può risultare assegnataria oppure no.

In sostanza noi chiediamo che l’assegnazione dei contratti di docenza a tempo determinato, poiché appunto contratti di lavoro, sia fatta con assoluta serietà senza mettere a repentaglio diritti, equità e correttezza per ogni singola persona che partecipa alla procedura. Chiediamo una procedura che non sia una gara al ribasso, dove vince chi offre di meno e sia prontə ad accettare qualsiasi condizione lavorativa anche a svantaggio delle proprie condizioni personali di vita, famigliari, logistiche, di salute fisica e mentale. Chiediamo che il lavoro come docente supplente sia assegnato grazie a una procedura che richiede tutto il tempo necessario per permettere a tuttɜ di lavorare nel miglior modo possibile e che non sia condizionata dalla fretta o da esigenze di risparmio.

Non è certo colpa nostra se noi precarɜ costituiamo un quarto del corpo docente e i tempi sono lunghi: noi chiediamo trasparenza e serenità per il lavoro delicato che svolgiamo con dedizione e responsabilità ogni giorno in classe.
Gruppo precarɜ – Cobas Scuola Bologna

Bologna, 4 aprile 2023

Per condividere questo articolo:

Share this content: